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Scopri le ville, la storia dello stemma, la chiesa parrocchiale e gli alberi monumentali di Pedrengo
Ultimo aggiornamento: 10 febbraio 2025, 15:49
Villa Sottocasa
La villa fu costruita originariamente come residenza di villeggiatura dai nobili Sottocasa, sulla struttura di un edificio già esistente, affidando la costruzione dell’edificio nel 1761 a Nicolino Calepio, un architetto bergamasco che si occupò del disegno dell’edificio, delle decorazioni della facciata e del progetto del cortile antistante con viale d’accesso.
Dell’edificio originario, tuttavia, oggi rimane solo la maestosità esterna. Tutto ciò che arredava la villa fu infatti venduto in un asta pubblica nel 1968.
Il cortile dell’edificio è preceduto da un solenne ingresso a tre archi con semicolonne e con una trabeazione che regge due sfingi adagiate contro una grande targa barocca che riporta lo stemma della nobile famiglia.
Qui amavano trascorrere in modo particolare i mesi estivi, al fresco delle loro ville o palazzi padronali circondati da splendidi giardini e parchi.
Villa Berizzi
La villa è situata in via Giardini sulla vecchia strada per Seriate. I Signori Berizzi nel 1826 acquistarono la villa dai Conti Seminati e fu utilizzata come villa di campagna. Il complesso era formato dall’abitazione principale, dalla casa del colono e dal terreno che arrivava fino al fiume Serio.
L’abitazione era divisa in due parti e si nota ancora la differenza degli stili. La parte più antica ha una sequenza di logge aperte, l’altra che dà direttamente sulla via risale alla fine del 1700.
La masseria, oggi ristrutturata ed adibita a mini alloggi, aveva portici delineati da ampi archi.
Villa Frizzoni
Edificio di stile neoclassico tipico della seconda metà del 700 e del primo 800. La facciata si presenta suddivisa in tre zone: una zona centrale a tempio, con quattro semicolonne poggianti su un piano terreno bugnato, sovrastata da un timpano triangolare.
Le cornici delle finestre, e i pilastri della cancellata sono in stile settecentesco. La villa fu acquistata dal Comune di Pedrengo, che aprì il parco al pubblico e utilizzò una parte dell’edificio come sede scolastica.
La parte del palazzo più antico fu ristrutturata ed è utilizzata come sede della Biblioteca Comunale; durante i lavori di restauro di quest’area furono rinvenuti affreschi attribuibili al Borromino (1756 - 1839).
Palazzo Donadoni
Costruito all’inizio del 1800, è stato la residenza dei nobili De Gout, i quali in paese erano proprietari di molti terreni. Alla fine dell’800 la villa ed alcuni terreni furono acquistati dalla facoltosa famiglia dei Donadoni di Alzano.
Il palazzo, la cui facciata principale è rivolta a ovest, si può definire di stile neoclassico. Tre gradini di pietra di Sarnico conducono all’ampio ingresso, dove uno scalone in pietra di Mapello porta al piano nobile.
Un balcone con vista sul giardino sovrasta l’ingresso. Sopra le ampie finestre sono disposti fregi circolari, che hanno come motivo ornamentale delle figure in rilievo.
L’ingresso della villa è sempre stato in via Giardini. Sui pilastri della cancellata centrale spiccano due statue raffiguranti Diana e Apollo.
I Donadoni usavano la villa in particolare nei periodi di caccia per essere vicini all’uccellanda, che era ubicata in una delle loro proprietà, nella località detta "La Colombera".
"OL PALAS"
Con questo termine si alludeva al complesso edificio situato sul territorio comunale al confine con il Comune di Albano Sant’Alessandro. Probabilmente venne chiamato con quel nome perché, nella parte di proprietà dei signori Galimberti compresa tra le quattro torricelle circolari, c’è un autentico palazzo medioevale.
Visto in lontananza, proprio per la presenza delle torricelle, sembra una fortezza costruita a scopo difensivo. Probabilmente è stato ristrutturato o ricostruito verso la metà del XVIII secolo.
Le facciate esterne sono fortificate. La facciata interna è impreziosita da un portico sostenuto da eleganti colonne in stile dorico. Nel cortile è tutt’ora esistente il vecchio pozzo in pietra.
Il viale di accesso si trova sul lato sud-ovest, mentre una volta si trovava sul lato nord-est, oggi via Mazzini, di cui rimane un elegante cancello sostenuto da bei pilastri in pietra bugnata.
E’ con villa Berizzi una delle più antiche dimore signorili, uno di quei complessi chiamati ville o palazzi sub-urbani, sorti in epoca tardo medioevale.
Il Gonfalone e lo Stemma comunale
Il Comune ha, come segno distintivo della propria personalità giuridica, lo Stemma. Lo Stemma ed il Gonfalone del Comune sono stati realizzati dallo Studio Araldico di Genova, adottati con delibera di Consiglio Comunale n. 30 del 25 maggio 1961 e riconosciuti con provvedimento del Presidente della Repubblica in data 18 giugno 1962.
Lo stemma adottato è uno scudo di foggia sannitica sormontato dalla corona regolamentare di Comune e circondato da due rami, uno di alloro e l’altro di quercia, avendo il primo il significato di sapienza e gloria e il secondo di forza, di resistenza e di lealtà. I due rami sono legati da un fiocco tricolore.
E’ diviso in tre parti:
- nella prima, in alto, a sfondo blu sono ricamate tre api, simbolo della laboriosità e dell’operosità della popolazione
- a striscia centrale, ondulata color argento con sei onde azzurre, rappresenta il fiume Serio che scorre ad ovest del Comune, delimitandone il confine
- nella terza, in basso, su sfondo rosso, è rappresenta la chiesetta dei Morti, denominata Madonna del Buon Consiglio, sorta per ricordare i morti della peste del seicento.
Il Gonfalone è un drappo rettangolare, terminante al ventame con tre bandoni, il centrale più lungo, frangiati d’argento. E’ diviso in due campi: il primo, in alto, di colore rosso con l’iscrizione in argento centrata e convessa verso l’alto, recante la denominazione Comune di Pedrengo; il secondo, in basso, è di colore blu.
Al centro del drappo, è incastonato lo Stemma comunale.
Il Gonfalone è supportato da un’asta terminante con una punta a forma di freccia.
La chiesa parrocchiale
La Chiesa del paese sembra risalire al X secolo, nel 947 si parla, infatti, della "Basilica di S. Evasio di Petringo" il cui territorio si estendeva a Torre de' Roveri e a S. Giovanni nei Boschi. La Chiesa fu ricostruita e affrescata più volte nel corso dei secoli, tanto che sono state rinvenute quattro incrostazioni sovrapposte. I lavori per la costruzione dell'edificio attuale iniziarono nel 1902 con la benedizione del vescovo Gaetano Camillo Guindani.
La chiesa fu progettata dall'architetto D. Antonio Piccinelli e condotta a termine dall'architetto Elia Fornoni. La chiesa fu dedicata a S. Evasio vescovo e martire, patrono del paese di Pedrengo, festeggiato il 10 maggio. La facciata della chiesa è in stile eclettico: il portico è sorretto da colonne corinzie in pietra artificiale e adornata da statue inserite nelle nicchie, opera del Barbieri e di Cesare Archenti. All'interno la chiesa conserva tele raffiguranti una Madonna e Santi firmata Giacomo Anselmi; una Crocifissione e una Sacra Famiglia attibuite rispettivamente al Cavagna e al Ceresa; una tela conMadonna, Bambino e Santi, situata nell'ancona centrale attribuibile al Pordenone (1539 m).
La serie degli affreschi fu eseguita sull'idea di Marenghi - Zappettini negli anni '40 del secolo scorso. Vanno inoltre notate: la statua dell'Addolarata di Virgilio Vavassori, quella di S. Luigi di Giovanni Bonfanti, nonchè l'altare maggiore neoclassico.
Presso la Biblioteca Comunale sono consultabili le seguenti monografie:
- "Pedrengo nella nostra memoria" di Vincenzo Chiesa c/o Biblioteca comunale di Pedrengo
- "Ville della Provincia di Bergamo" di Perogalli-Sandri-Zanella ed. Rusconi Libri
- "Pedrengo: fonti e documenti" di Marino Paganini
- "Pedrengo: visite pastorali" di Marino Paganini.
Alberi Monumentali
All' interno del Parco "Frizzoni", un tempo parco privato dell' omonima dimora storica adiacente, ed attualmente parco pubblico, vi sono numerose conifere e caducifoglie di notevoli dimensioni.
L' albero più imponente è un cedro Deodara, cresciuto in posizione isolata, la cui chioma supera i 32 metri di altezza ed i 25 di larghezza. Al suo fianco, in direzione nord-est, c'è un gruppo di altri tre alberi della stessa specie, anch' essi di notevoli dimensioni.
Sono censiti fra gli alberi monumentali della bergamasca, secondo l'ultimo censimento della Provincia di Bergamo, iscritti nell'elenco predisposto al n. 001/g412/bg/03.